l presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato la richiesta di stato di emergenza per l’evento che ha colpito Bardonecchia la scorsa notte, destinata al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, al ministro per la Protezione civile Nello Musumeci e al capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio.

“Per fortuna non ci sono state vittime – ha rilevato Cirio – ma dai sopralluoghi di oggi emergono ingenti danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici, in particolare alla caserma della Polizia di Stato resa completamente inagibile, su edifici privati e veicoli“. In mattinata il presidente aveva parlato al telefono con il vicepremier Antonio Tajani, che ha dato la disponibilità del Governo a fare la propria parte per affrontare questa situazione.

L’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi, a Bardonecchia per coordinare le operazioni di soccorso e di ripristino, ha effettuato in mattinata con la sindaca Chiara Rossetti un sopralluogo per verificare i danni della colata di fango e detriti che ha invaso ieri sera l’abitato di Bardonecchia: “Stiamo lavorando per ripristinare le condizioni di sicurezza. I ponti sono stati verificati, i camion stanno asportando il materiale che si era accumulato, Smat nelle prossime ore ripristinerà l’acqua potabile su tutto il territorio. La macchina della Protezione Civile già attiva da ieri sera per la festa patronale ha dovuto invertire il proprio servizio, passando da sorveglianza ad operazione attiva: ma tutto ha funzionato ed i nostri uomini, quasi 200, sono qui insieme ai Vigili del Fuoco per continuare le operazioni anche nei prossimi giorni”.

Il direttore di Arpa Piemonte Secondo Barbero e alcuni tecnici hanno effettuato un sopralluogo da cui è emerso che non si è trattato di una frana ma di una colata di fango e detriti che si è generata nel bacino del rio Frejus a causa di un forte temporale in quota. “Il passaggio della colata detritica è stato registrato dall’idrometro di Beauleard, installato sulla Dora di Bardonecchia poco a valle della confluenza con il rio Frejus, che ha misurato un picco repentino di 0,92 metri”.

Il rio Frejus, che sul versante italiano prende il nome di Merdovine, ha raccolto una copiosa quantità di fango e detriti da un affluente e si è ingrossato al punto che nel tratto in cui attraversa Bardonecchia il letto si è alzato di almeno 5-6 metri. Incontrando un primo ponte si è determinata una sorta di onda anomala che ha frantumato i parapetti. Poi, proseguendo la corsa, il rio è esondato, danneggiando un secondo ponte e seppellendone un terzo all’altezza di un albergo e del commissariato di polizia. Decine di auto parcheggiate nei paraggi sono state trascinate verso valle.

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